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Come nutrire un gattino rimasto orfano: consigli pratici e accortezze

Può capitare che per qualche motivo mamma gatta non possa occuparsi dei suoi piccoli rifiutandoli. Questo comportamento potrebbe essere determinato dalla mancata produzione di latte, da patologie in corso o dalla morte improvvisa della madre. Purtroppo, ciò accade molto spesso tra gatti selvatici non gestiti dall'uomo.
Nella maggior parte dei casi i gattini privati della loro mamma non sopravvivono, se sono fortunati e vengono ritrovati, allora hanno qualche chance di poter vivere.
Vediamo insieme come comportarci in questi casi e come nutrire correttamente un gattino rimasto orfano di madre:
Le prime due settimane di vita di un gattino, ovvero il periodo neonatale, sono estremamente delicate e sono caratterizzate da una maggiore incidenza di mortalità, per cui il ritrovamento di un gattino orfano aumenta considerevolmente questo dato.
 
La temperatura ambientale:
Per prima cosa dobbiamo creare un ambiente pulito, tranquillo e confortevole. L’ideale è munirsi di un box da tenere in casa la cui temperatura deve restare intorno ai 30-32 °C per la prima settimana di vita, per poi passare a 27-29°C dalla seconda alla quarta settimana e infine a 21-24°C durante la quinta settimana di vita. Per riscaldare la cuccia dei gattini si potrà utilizzare un tappetino riscaldante o una lampada a raggi infrarossi. È utile ricordare infatti che i cuccioli non sono in grado di termoregolarsi da soli. Raggiunta la sesta settimana di vita la temperatura dell’ambiente in cui vengono tenuti i gattini potrà essere di circa 21°C.

L’importanza dell'igiene e la mancata assunzione del colostro:
Uno degli aspetti più importanti nel gattino orfano è che molto probabilmente non è riuscito ad assumere il colostro dalla madre, unica fonte di anticorpi che gli conferiscono l’immunità passiva. La mancata assunzione del colostro rende i gattini fortemente a rischio di sviluppare infezioni di varia natura per cui si dovrà prestare grande attenzione all’igiene e alla pulizia della cuccia. L’utilizzo dei panni assorbenti nel fondo della cuccia è indicato purché vengano cambiati regolarmente ogni giorno, inoltre è necessario lavare e disinfettare con cura tutti gli oggetti che vengono impiegati per i piccoli. Anche noi umani possiamo fungere da vettore di batteri e patogeni per cui è sempre necessario utilizzare indumenti puliti e lavarsi accuratamente le mani prima di entrare in contatto con i gattini.
 
L’alimentazione con il latte artificiale:
A meno che non si disponga di una femmina che sta già allattando e che funga quindi da balia, l’unica possibilità che abbiamo per alimentare dei gattini orfani è l’utilizzo del latte artificiale in polvere apposito per gattini. L’utilizzo di latti non idonei, infatti, comporta malnutrizione e disturbi gastrointestinali per cui deve essere evitato. A questo proposito chiariamo che il latte vaccino (di mucca) non è assolutamente adatto al nutrimento dei gattini, tra le varie carenze nutrizionali, il latte vaccino non dispone di quantità sufficiente di Taurina e acidi grassi essenziali (DHA). Nemmeno il latte di capra, che ha caratteristiche simili a quello di mucca, è adatto a nutrire il cucciolo o il gattino.
Il latte artificiale, dunque, andrà somministrato previa diluizione in acqua (secondo i dosaggi indicati sulla confezione) e somministrato tiepido, circa a 38°C. Andrà somministrato con l’utilizzo di un biberon. Se il gattino dovesse essere troppo debole per poppare sarebbe necessario ricorrere al sondino gastrico. Se il gattino fosse molto piccolo potrebbe essere necessario ricorrere all’utilizzo di un contagocce o una piccola siringa per somministrargli il latte.
 Il gattino dovrà fare almeno 5-6 pasti giornalieri a distanza di circa 2-3 ore uno dall’altro. Le dosi di ciascun pasto sono variabili a seconda del tipo di latte artificiale utilizzato e delle indicazioni riportate sulla confezione.
Mentre somministriamo il latte al gattino è necessario mantenerlo in posizione sternale, ovvero a pancia in giù.
Quantità eccessive di latte possono provocare diarrea o costipazione intestinale.
 
Monitorare il peso del gattino:
Per determinare l’effettivo nutrimento e l’aumento di peso del gattino è necessario pesarlo quotidianamente segnando il peso raggiunto in un diario, così da poter stimare la variazione di peso e accertarsi che stia crescendo regolarmente.
 
Introduzione dell’alimento solido:
 In genere durante la quarta settimana di vita del gattino si introducono gli alimenti solidi, nel caso di un gattino orfano è possibile farlo già dalla terza settimana di vita. L’alimento solido che viene impiegato deve essere molto digeribile e deve avere una consistenza morbida (non secca né troppo dura). Se utilizziamo delle crocchette apposite è bene inumidirle con dell’acqua tiepida. In questa fase è difficile stabilire la quantità esatta di alimento solito da somministrare, non dimentichiamo però che il nostro obiettivo è di stimolare il gattino a conoscere il nuovo alimento stimolando la produzione di nuovi enzimi digestivi. Chiaramente l’inserimento dell’alimento solido deve avvenire in modo graduale fino a rimpiazzare completamente il latte artificiale.
La comparsa dei denti avviene verso la quarta/quinta settimana di vita, da qui in poi non sarà più necessario ammorbidire il cibo solido con l’acqua.
Dall’ottava settimana di vita in poi sarà possibile iniziare lo svezzamento del gattino introducendo l’alimento idoneo per gattini che solitamente reca la dicitura “kitten”, come ad esempio Brit Kitten alimento secco
Nel nostro shop potete trovare vari prodotti e articoli per nutrire un gattino rimasto orfano e per gestire lo svezzamento.

Fonti: "Nutrizione e Alimentazione del cane e del gatto"
 
Ci vediamo al prossimo articolo!
Pamela

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