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Gatti e Donne in Gravidanza: facciamo chiarezza sulla Toxoplasmosi.

 
Iniziamo rispondendo subito alla domanda che più spesso sentiamo: 

Se sono in gravidanza devo separarmi dal mio gatto?

Risposta: Assolutamente NO.

Appurato ciò, andiamo al cuore della questione per capirne di più.
Il Toxoplasma gondii è il protozoo responsabile della Toxoplasmosi, una zoonosi, ovvero una malattia che si trasmette dall’animale all’uomo (come la Giardiasi per esempio).
Il suo ciclo vitale si sviluppa in questo modo:
Le oocisti del Toxoplasma vengono rilasciate nell’ambiente dalle feci contaminate, una volta lì maturano e vi resistono anche per alcuni mesi.
Successivamente vengono ingerite da un ospite intermedio (un roditore, un ruminante o un uccello); una volta insediatesi nell’ospite, le cisti si schiudono all’interno del tubo digerente dando origine alla forma libera del Toxoplasma. A questo punto il parassita riesce ad attraversare la parete intestinale e invadere i tessuti, dove riesce a moltiplicarsi attivamente dando origine e nuove cisti.
Il ciclo si conclude quando il gatto, attraverso il consumo di un ospite intermedio (ad esempio un topolino), ingerisce anche le cisti infestanti di Toxoplasma, le quali a loro volta si schiuderanno nel suo intestino, insediandosi nella parete intestinale.
 Il gatto rappresenta l’ospite definitivo per il Toxoplasma e non manifesta disturbi palesi o debilitanti. Il gatto può contrarre il parassita soltanto ingerendo prede crude, se viene alimentato esclusivamente con alimenti industriali, non corre pericoli.
 

Come si trasmette all’uomo?

Questo parassita si trasmette all’uomo con diverse modalità. Prima fra tutte l’alimentazione.
Il consumo di carni crude o poco cotte, o il consumo di ortaggi crudi, raccolti e poco lavati, aumenta notevolmente il rischio di contrarre il parassita.
 Nel primo caso, riguardo la carne, ciò accade perché, se non venisse cotta sufficientemente potrebbe contenere delle cisti infestanti tra le sue fibre che non sono state uccise con il calore della cottura (70-80 °C almeno). Ricordiamo infatti che l’animale che stiamo consumando potrebbe aver ingerito a sua volta delle cisti, essendo un ospite intermedio.
Per quanto riguarda gli ortaggi il contagio può avvenire dalla terra che potrebbe essere stata contaminata da escrementi infetti (di gatto o altri animali) e se non vengono ben lavati (o cotti) possono rappresentare un veicolo di trasmissione per l’uomo.
La lettiera del gatto può rappresentare un veicolo per la trasmissione, per questo il proprietario non deve trascurarne la pulizia quotidiana impedendo così che delle eventuali oocisti possano maturare al suo interno. È chiaro che il contatto diretto con le feci del gatto a mani nude è sempre sconsigliato e da evitare, attenzione quindi ai bambini che potrebbero toccare senza inibizioni.
 

E se contraggo la Toxoplasmosi cosa mi succede?

Nella maggior parte dei casi la Toxoplasmosi non produce gravi conseguenze nell’uomo, limitandosi a causare una semplice sindrome influenzale, quasi sempre benigna e di facile risoluzione. Le forme più gravi di Toxoplasmosi colpiscono i soggetti immunodepressi.
Le persone che hanno già contratto il parassita sono da considerarsi immuni, perché rispondono all’infezione con la produzione di specifici anticorpi.
Per le donne in gravidanza invece la toxoplasmosi risulta pericolosa perché può causare malformazioni al feto e aumenta il rischio di aborto.
 Per questo motivo le donne incinte vengono sottoposte al Toxo-test, un esame del sangue per stabilire se vi è immunità o meno. Una volta appurato ciò, la donna saprà come comportarsi a livello alimentare e igienico nei confronti del proprio gatto, se ne possiede uno.
 

Cosa fare se il proprietario del gatto è una donna incinta?

Come abbiamo affermato all’inizio, la presenza dei gatti domestici non rappresenta un grave fattore di rischio. Non è necessario separarsi dal proprio gatto durante la gravidanza ma piuttosto avere delle semplici accortezze. Una tra queste è pulire la lettiera quotidianamente indossando dei guanti o affidando questa operazione a qualcun altro.
Ricordiamo inoltre che il contatto con il proprio gatto non è contagioso, né tantomeno il graffio o il morso.
È rarissima la trasmissione in ambito familiare, dal gatto alla donna incinta, perché’ l’ambiente casalingo solitamente non permette la “maturazione” delle oocisti nella forma infettante.
Convivere con un gatto, pertanto, NON è un fattore di rischio per lo sviluppo della toxoplasmosi.
Vogliamo quindi tranquillizzare le donne in gravidanza ponendo l’accento sul fatto che non solo la presenza di un gatto in casa non è pericolosa, ma potrebbe anche avere degli effetti positivi nel senso che la donna probabilmente potrebbe già essere immunizzata contro la toxoplasmosi.
È dunque sempre fondamentale, se si vuole programmare una gravidanza o la si sospetta, effettuare il Toxo-test.
Separarsi dal proprio gatto in questa evenienza non sarebbe affatto di grande giovamento.

Spero che questo articolo vi sia stato utile!
Ci vediamo al prossimo!
Pamela.
 
Fonti: Materiale didattico

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