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Animali da compagnia e bambini: come creare un ambiente sicuro e armonioso

Oggi andremo a trattare un tema molto importante e rilevante, che riguarda la convivenza tra animali da compagnia e bambini. Dico sempre che i bambini che crescono con un amico così speciale al loro fianco sono davvero fortunati, il rapporto che si crea tra animale e bambino è così speciale, profondo e fondamentale che molte volte rappresenta una vera e propria ancora di salvezza per molte situazioni talvolta difficili.
Se avete letto l’articolo sulla Pet Therapy vi sarete sicuramente resi conto di quanto un animale da compagnia possa giovare all'essere umano.
Questo accade anche nel contesto familiare.
La convivenza fra animali e bambini, quando viene gestita correttamente, è una preziosa opportunità di vita. Gli animali oltre ad essere compagni di giochi e portatori di sorriso, educano i bimbi ad accettare sé stessi, la diversità e il rispetto. Con loro i bimbi imparano a comprendere e rispettare le diversità e i linguaggi diversi dal proprio, come il linguaggio non verbale, promuovendo una maggior capacità empatica, comportamentale ed emozionale, oltre che un maggior senso di responsabilità, autonomia e autostima.

Facciamo ora un passo indietro e andiamo a capire come creare effettivamente un ambiente armonioso e favorevole tra animali e bambini:
È bene ricordare infatti che i bambini rientrano tra le categorie più a rischio di morsicature e aggressioni in ambito familiare da parte di un animale con cui hanno confidenza. Spesso questi comportamenti spiacevoli da parte degli animali sono l’effetto di iniziative e comportamenti sbagliati intrapresi dai bambini stessi. Ecco perché è fondamentale intraprendere da subito una gestione corretta del rapporto tra animale e bambino, senza aspettare che accadano eventi poco piacevoli, che potrebbero mettere a rischio l’incolumità del bambino e anche dell’animale.
 D'altro canto ci sono anche situazioni in cui è proprio l’animale ad essere “vittima” del bambino che, senza sapere come manipolarlo correttamente, può inconsapevolmente ferirlo, lesionarlo o farlo cadere, specialmente se cucciolo o di piccola taglia.
 

Vediamo come cambia il rapporto del bambino con un’animale a seconda dell’età e come l’adulto si deve comportare:

1-3 anni: il bambino prova un forte interesse verso l’ambiente circostante e assapora la realtà con il tatto. È totalmente incapace di riconoscere i segnali di avviso dell’animale, è imprevedibile e non riesce a capire quando stringe troppo, spaventa o fa del male all’animale. In questa fascia d’età è necessaria la supervisione attiva da parte del genitore in OGNI momento dell’interazione tra bambino e animale
4-6 anni: il bambino ancora non è in grado di riconoscere i segnali di minaccia e di paura da parte dell’animale; potrebbe quindi trattenerlo contro la sua volontà, giocare in modo sbagliato o avvicinarsi in maniera inappropriata ignorando i segnali che l’animale gli mostra. Questa situazione potrebbe sfociare in un attacco. Ecco perché anche in questa fascia d’età è necessario supervisionare il bambino in manera attiva in ogni momento dell’interazione. In questa fase però il genitore ha un altro compito fondamentale, ovvero iniziare a insegnare la manipolazione correttamente del proprio animale mostrandogli come si fa.
7-8 anni: il bambino vede nell’animale un amico e un compagno di giochi. Se non indirizzato potrebbe esagerare nei contatti fisici o mal interpretare i segnali di minaccia o di paura dell’animale. In questa fase sono indispensabili sia la presenza dell’adulto sia una corretta educazione all’approccio con il proprio animale da parte del genitore. In questa fase un bambino che ha appreso le regole del contatto sarà in grado di spiegare anche agli amici che occasionalmente possono andarlo a trovare a casa come ci si deve comportare con il proprio animale.
9-10 anni: il bambino è in grado di capire che l’animale utilizza una comunicazione differente dalla sua, anche se talvolta potrebbe non comprenderla appieno o non accorgersi di un disagio. Anche in questa fase risulta importante la mediazione da parte di un adulto e l’educazione.
 

Cosa tenere a mente: aspetti fondamentali e regole

  • Non lasciare mai l’animale da solo con il bambino
  • Garantire all’animale un posto sicuro dove rifugiarsi in caso di necessità: all’esuberanza di un bambino per esempio
  • Proteggere l’animale da situazioni stressanti legate alla presenza del bambino: impedire al bambino di svegliare di soppiatto il suo animale e riconoscere i segnali di stress dell’animale preventivamente.
  • Evitare situazioni di conflitto o competizione: specialmente nei confronti del cibo o dei giochi, insegnare a rispettare le risorse
  • Imparare a riconoscere i segnali di stress: fondamentale per il bambino saperli riconoscere per evitare di proseguire con interazioni che innervosiscono il suo animale
  • Insegnare al bambino a interagire correttamente con l’animale: dare sempre il buon esempio con coerenza, intervenendo per spiegare i segnali dell’animale al bambino, spiegare che il gioco non sempre è gradito all’animale e che in alcuni momenti è meglio lasciarlo tranquillo.
  • Insegnare a gestire l’incontro con cani sconosciuti: non accarezzare mai i cani altrui senza permesso del proprietario, non fissarli negli occhi, imparare a farsi annusare, a farsi riconoscere ed evitare movimenti improvvisi.
 
Tutte queste accortezze ovviamente vanno integrate anche con l’educazione del cane fin da cucciolo per approcciarlo correttamente alla socializzazione con i bambini e con i suoi simili, alla corretta andatura al guinzaglio, a evitare la possessività con le risorse alimentari e al gioco.
 

Vediamo ora alcuni segnali comportamentali del cane che ci aiuteranno a capire che cosa è bene fare, che cosa invece dobbiamo evitare e che cosa vuole comunicarci:

Fissare negli occhi: questo gesto va sempre evitato da parte nostra perché rappresenta un segnale di sfida. È importante insegnare ai bambini di non farlo fin da subito, specialmente nei confronti di cani che non si conoscono.
Sbadiglio: è un segnale dai molti significati, può significare sonno, stanchezza, noia, ma anche stress, tensione e insicurezza. Se un cane sbadiglia nel momento dell’interazione con un bambino può trovarsi in una situazione stressante e spiacevole per lui, meglio quindi interrompere l’attività con il bambino e provare a fornirgli stimoli differenti e più piacevoli per lui.
Leccarsi le labbra e il naso: questo è un segnale di calma che spesso viene confuso con un gesto di affetto (come volesse darci dei baci). In realtà il cane ci sta chiedendo di “darci una calmata”, di smettere quell’attività troppo stressante per lui.
È importante dunque imparare a riconoscere questi segnali e insegnandoli anche ai bambini così da evitare situazioni potenzialmente pericolose.
 
Spero che questo articolo vi sia stato d’aiuto, ci vediamo al prossimo!
Pamela
 
Fonti: L’addestratore cinofilo-materiale didattico

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